Lead nurturing: come mettere a segno il punto della vittoria
Il lead nurturing, indipendentemente che tu voglia tradurlo come “nutrimento” o “accompagnamento” del lead, perché funzioni presuppone di avere le idee ben chiare su COSA comunicare. Tutto così semplice? Sì, se si dispone degli strumenti giusti e si conosce anche a CHI comunicare. Ma il lead nurturing nel mondo B2B assume la stessa importanza che ha conquistato nel settore B2C? Anche qui la risposta è affermativa. L’importante, come sempre, è personalizzare il messaggio (non basta più solo l’intestazione di un’email) e trovare il momento giusto, il QUANDO, per inviarlo e suscitare il maggior interesse possibile. Trovare la relazione personale anche attraverso il mezzo digitale può fare la differenza tra aggiungere un altro semplice prospect alla tua collezione e avere un contratto firmato.
Lead nurturing: devono scoprire il prodotto
I maestri della comunicazione sanno bene che per vincere la diffidenza di un cliente occorre portarlo (quasi per mano) a scoprire da solo il prodotto. È un po’ come scrivere la sceneggiatura di un film giallo. Se lo spettatore è indotto a seguire il percorso tracciato, la sua esperienza sarà molto più immersiva e coinvolgente. Occorre però automatizzare la famosa pipeline in modo che i messaggi arrivino al buyer in modo da convincerlo a proseguire da “solo” nel suo cammino di acquisto, richiedendo un numero sempre maggiore di informazioni.
Ma quando deve arrivare questo messaggio? Facciamo un po’ di chiarezza. Siamo un po’ tutti abituati da sempre a raccogliere una grande quantità di lead durante attività di marketing e fiere per poter poi dividerli in modo spesso arbitrario tra i responsabili sales. O, peggio ancora, inondando i contatti di comunicazioni spesso del tutto inutili.
Marketing automation: l’arma migliore per il lead nurturing
Le società che eseguono il follow-up entro un’ora dal primo contatto hanno sette volte più probabilità di convertire questo lead in un acquirente. A dirlo è una ricerca della Harvard Business Review. Nei restanti casi il tutto si traduce in una piccola Waterloo per il marketing. E secondo un report di Salesforce, sono necessari dai 6 agli 8 contatti per attivare un lead di vendita. Non sono pochi.
Fare lead nurturing è quindi impegnativo ma non certo impossibile. La strategia vincente è utilizzare piattaforme e strumenti che possano automatizzare molti dei passaggi più importanti. Questo consente di liberare risorse ed energie per pensare a contenuti sempre più mirati, focalizzarsi sui clienti che avanzano più velocemente sulla pipeline e coinvolgere fin dalle prime fase tutti gli stakeholder interessati: sales e customer care.
Quando e COME è consigliabile approcciare il cliente B2B? Proviamo a sintetizzarlo in questi cinque punti5 consigli per rendere più efficace (e interessante) il tuo lead nurturing
Superconsiglio: non dimenticare mai i clienti lasciati lungo la pipeline! Bisogna controllare sempre con grande attenzione email e post. La maggior parte dei clienti non ricontattato cambia brand, scontento della poca professionalità. La marketing automation e piattaforme CRM avanzate, per fortuna, riducono la probabilità di una mancata risposta. Il lead nurturing offre grandi vantaggi ai clienti ma offre una nuova possibilità alle aziende di ripensare alle proprie strategie, verificando giorno per giorno il reale interesse del mercato in cui operano.
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